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dove si parla di Macchine fantastiche, grandi inventori, illusioni ottiche e scoperte scientifiche. sono Personaggi e vicende tratti dalla storia del precinema.
28 marzo 2020La Fantasmagoria: la lanterna magica che fa paura.
Il cimitero di Père-Lachaise è il più grande cimitero di Parigi e anche il più visitato. Qui sono sepolte un'infinità di celebrità delle arti, della cultura e della politica.
Passeggiando lungo i viali del Père-Lachaise, non lontano dalla frequentatissima tomba di Jim Morrison, può capitare di incrociare l'imponente e tetro monumento funebre della foto sotto.
E' alto più di 5 metri ed è sormontato da un'arca ornata da teschi. Come ci dice la lapide, si tratta della tomba di Etienne-Gaspard Robertson, nato a Liegi nel 1763 e morto a Parigi nel 1837. Oggi Parigi sembra essersi quasi dimenticata di lui, ma Robertson (il vero cognome era Robert)
fu un uomo molto famoso e protagonista attivo del suo tempo. Intelligente e poliedrico, riuscì ad essere nel corso della sua vita: professore e ricercatore di fisica, pittore di talento, pioniere ed esperto dei voli in mongolfiera.
Ma, soprattutto, Robertson fu abile imprenditore, innovatore e uomo di spettacolo nel campo dell'arte della proiezione di immagini con la lanterna magica.
Ai due lati della tomba vi sono due bassorilievi e ciascuno illustra una delle grandi passioni di Robertson. Infatti, in uno è rappresentato il volo di una mongolfiera (lo si vede nella foto sopra). Il bassorilievo sul lato opposto, non visibile dal viale che costeggia le tombe, ha un'aria decisamente più inquietante. Eccolo qui.
Sulla destra si vede un gruppo di persone, la maggior parte terrorizzate, altre vigili e attente. Di fronte a loro, una folla di fantasmi e mostri demoniaci che si avvicina minacciosa.
Nonostante l'apparenza, questo bassorilievo non si riferisce a qualche fenomeno soprannaturale. E' invece la rappresentazione, forse un po' 'caricata', dello spettacolo che rese il nome di Robertson famoso in tutta Europa e anche Oltreoceano: la Fantasmagoria.
La Fantasmagoria era una forma di spettacolo durante il quale, nell'oscurità più completa, venivano evocati dal fantasmagoreuta dei fantasmi luminosi o altre entità soprannaturali che sembravano uscire dai muri o dal pavimento della sala e si avvicinavano al pubblico. Il tutto avveniva con ritmo frenetico e con un contorno di rumori e musiche paurose. Lo scopo era ovviamente quello di disorientare e terrorizzare il pubblico.
in un'incisione dell'epoca
Etienne-Gaspard Robertson è stato di gran lunga il fantasmagoreuta più famoso della sua epoca. Robertson sostenne per tutta la vita di essere stato lui il creatore della Fantasmagoria e sopratutto degli accorgimenti tecnici necessari per realizzarla. Oggi sappiamo che non è proprio così, ma resta il fatto che a lui si deve il grande successo che questo tipo di spettacolo riscosse in tutta Europa tra la fine del '700 e i primi decenni dell'800.
"Uno spettacolo che sconvolge i sensi" come lo definì qualcuno all'epoca. Sicuramente uno spettacolo che cercava un completo coinvolgimento sensoriale del pubblico, rompendo la barriera esistente tra la messa in scena e lo spettatore. Un po' come accade oggi con i film in 3d o con i giochi di realtà virtuale.
Siamo a Parigi, nel gennaio del 1799. La Repubblica francese è impegnata su più fronti di guerra esterni ed interni. Napoleone, dopo la vittoriosa Campagna d'Italia, si è spostato in Egitto. In Francia, influenzata dal pensiero filosofico degli Illuministi, la Repubblica combatte, a volte anche con metodi violenti, l'oscurantismo della religione cattolica.
In questo clima, ecco come Robertson pubblicizza nei giornali dell'epoca l'esordio del suo spettacolo: Fantasmagoria del cittadino E-G. Robertson: apparizioni di Spettri e Fantasmi, come appaiono o potrebbero apparire in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo e tra qualsiasi popolo. Esperimenti con il nuovo fluido conosciuto con il nome di Galvanismo, la cui applicazione dà un movimento temporaneo a corpi la cui vita è scomparsa (si tratta del famoso esperimento dell'italiano Galvani che, con leggere scosse elettriche, sembrava animare il corpo senza vita di una rana).
Robertson, prudentemente, nel presentare il suo spettacolo spiegava che i suoi esperimenti erano solo trucchi, che nessun fantasma veniva effettivamente evocato. Anzi, sosteneva che il suo spettacolo aveva addirittura uno scopo pedagogico perché utilizzava gli stessi trucchi che venivano utilizzati da maghi, preti ed esoteristi in genere per ingannare il popolo. Ma, nel momento in cui lo spettacolo vero e proprio aveva inizio, gli intenti pedagocici sembravano messi da parte e l'intento principale era decisamente quello di atterire il pubblico.
Lo spettacolo ebbe subito un successo clamoroso. "Il Governo della Repubblica ha sentenziato che i morti non tornano, ma se andate all'esibizione di Robertson vi concincerete del contrario perché vedrete folle di fantasmi tornare in vita." Così scriveva un giornale dell'epoca e davvero le autorià sospesero per qualche mese le esibizioni di Robertson per motivi di ordine pubblico, proprio perché il pubblico sembrava considerare reali i fantasmi che lui evocava e addirittura si era sparsa la voce che potesse essere in grado di evocare lo spettro dell'ex re Luigi XVI, ghigliottinato pochi anni prima. Ma le rappresentazioni di Robertson ripresero e durarono comunque per anni. Gli effetti scenici vennero perfezionati nel tempo e influenzarono in seguito la moda del teatro dell'orrore (il Grand Guignol) e anche, molto dopo, il cinema.
Oggi conosciamo tutti i principali trucchi e stratagemmi utilizzati da Robertson nella fantasmagoria perché, incautamente, Robertson fece causa per plagio ad alcuni suoi mediocri imitatori. Nel processo che ne derivò fu costretto a mostrare al Tribunale il suo armamentario di macchine e lanterne magiche utilizzate nei suoi spettacoli. E vediamo quindi quali erano gli elementi fondamentali di una fantasmagoria.
Innazitutto, era essenziale che il pubblico si trovasse inizialmente nell'oscurità più completa. Questo serviva a disorientare i sensi. Prima di entrare nella sala dello spettacolo vero e proprio, il pubblico attraversava un sentiero costeggiante un antico cimitero e i cupi e bui corridoi di un Monastero abbandonato.
di Robertson
L'atmosfera era quindi da subito molto tetra. Quando la rappresentazione cominciava, era anticipata da forti rumori di vento, tempesta e campane a morto. Robertson disponeva di una vera e propria 'macchina del vento' che provocava un forte rumore.
Altro componente essenziale dello spettacolo era la musica. Robertson utilizzava uno strumento musicale molto particolare. Si trattava della armonica di vetro, uno strano strumento creato pochi anni prima nientemeno che da Benjamin Franklin, il celebre scienziato americano, inventore, tra l'altro, del parafulmine, nonché uno degil estensori della celebre Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d'America. Questo strumento utilizza il principio a tutti noto per il quale un bicchiere strofinato con un dito umido emette un suono lamentoso.
Una musicalità quindi ben adatta allo spettacolo di Robertson (se volete sapere che suono produca l'armonica di vetro: link).
Altra componente sonora dello spettacolo era la voce umana, perché ovviamente gli spettri evocati da Robertson erano tutt'altro che silenziosi. A questo scopo Robertson aveva assoldato un ventriloquo e altri attori che intervenivano durante la rappresentazione, non visti dal pubblico immerso nell'oscurità.
Per realizzare i vari spettri che minacciavano il pubblico da ogni direzione, Robertson utilizzava tutti gli stratagemmi teatrali disponibili all'epoca: ombre, attori, fantocci velati e illuminati dall'interno con grani di fosforo. Ma l'elemento più importante della messinscena era il fantascopio. Questa macchina non era altro che un perfezionamento della lanterna magica, il proiettore inventato poco più di cento anni prima dallo scienziato olandese Christiaan Huygens e poi fatto conoscere in tutta Europa dagli spettacoli ambulanti dei cosidetti Savoiardi (artisti girovaghi). Per aggiungere realismo ai fantasmi proiettati dal fantascopio era indispensabile che il proiettore stesso fosse nascosto al pubblico. Infatti, approfittando dell'oscurità, Robertson faceva collocare uno schermo mobile, scuro e traslucido davanti alla platea e dietro di esso era collocato il fantascopio con il suo operatore.
il proiettore era montato su ruote, a loro volta collegate con un meccanismo a cremagliera al fuoco dell'obiettivo. In questo modo l'immagine restava a fuoco anche quando il carrello veniva spostato all'indietro e in avanti.
Quando il proiettore si allontanava dallo schermo, l'immagine proiettata ingrandiva e sembrava avvicinarsi minacciosamente allo spettatore; quando lo si spostava in avanti, l'immagine rimpiccioliva e si aveva l'impressione di un allontanarsi dello spettro. Se questo movimento era accompagnato da un rapido cambio di immagine, si poteva ottenere un'illusione più completa. Senza troppe pretese, ho cercato di dare una pallida idea di questo tipo di apparizione nella gif a fianco.
Robertson portò in seguito il suo spettacolo in giro per il mondo, visitando tra l'altro la Russia, la Spagna e gli Stati Uniti e ottenendo sempre un grande successo. Durante questi viaggi trovava anche il tempo di dedicarsi alle mongolfiere, sua grande passione. Nel 1803 ad Amburgo realizzò un record di altitudine; in altre esperienze di volo in Germania e in Russia raccolse una quantità di dati meteorolgici; nel 1806, in Danimarca, si esibì con la sua mongolfiera davanti a un pubblico di 50.000 persone, famiglia reale inclusa.
ho utilizzato immagini prelevate da questa pagine web:
http://users.telenet.be/thomasweynants/phantasmagorie.html
;
un link a un interessante video del Museu del Cinema di Girona;
per chi volesse sapere proprio tutto sull'argomento, consiglio questo libro di Mervyn Heard (in inglese, purtroppo non facilmente reperibile).
Per eventuali contatti: masaccio@tiscali.it
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